Liturgia floreale - parrocchia santa caterina da siena torino

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Liturgia floreale

Tempi Liturgici
PERCHE’ CURIAMO LA SIMBOLOGIA DEI FIORI NELLA NOSTRA CHIESA

Molto spesso ci è capitato di notare delle scritte, dei segni, delle immagini strane o disegni dianimali, sui tabernacoli, sugli altari, sui paramenti sacri o sulle icone, e ci siamo chiesti il loro significato. Stiamo parlando di simboli e di segni.
Anche in questo bollettino parrochiale ne sono già stati spiegati alcuni. Il Cristianesimo, fin dalle sue origini, ha fatto ricorso al simbolismo e ai segni per la loro semplicità e immediatezza nel far comprendere e diffondere i concetti
chiave della fede e del messaggio evangelico. Nei primi tempi del Cristianesimo il divieto di idolatrare le immagini, ereditato dalla tradizione ebraica, impediva qualsiasi raffigurazione di Cristo e di Maria, quindi si utilizzavano come segni di appartenenza i simboli con significati nuovi e nascosti, comprensibili solo ai cristiani. Per capirci meglio, il segno è un disegno o oggetto che indica direttamente ciò che vuol significare. Per esempio l’acqua indica le sue qualità: disseta, lava, purifica, è limpida ecc. Il simbolo, invece, parla all’uomo mostrando in  modo immediato la dimensione del sacro perché unisce due realtà differenti: quella umana  con  quella sovraumana (la parola simbolo vuol dire “metto insieme”) per esempio: la bandiera e l’inno di una Nazione, non sono la Nazione e tuttavia riescono ad evocarla ed a emozionarci. Le immagini sacre sono altrettanti simboli che non devono essere confusi con l’essenza di Dio, ma rispecchiano l’idea astratta di Dio aiutandoci nella preghiera. Sono innumerevoli i simboli usati nel Cristianesimo, ecco alcuni esempi: la croce, il pesce, l’agnello, il pastore (Cristo), il cuore (l’anima), le pecore (le anime o gli uomini), il vento o il fuoco (lo Spirito Santo);il monogramma JHS (Gesù salvatore dell’uomo),la nave (la Chiesa), il delfino (Gesù che salva), il pellicano (Gesù che dona il proprio  corpo),la  palma  (martirio), ecc. ecc. Una nota a parte va fatta su un altro simbolo che viene fortemente usato in tutte le chiese: i fiori; soprattutto quelli collocati nella zona del presbiterio. E’ il Signore che ci chiama attorno al suo altare. La comunità cristiana ha bisogno per la propria espressione di fede, non solo della partecipazione attiva ma, anche, di un atmosfera di bellezza, elemento importante per la celebrazione stessa: i fiori, la tovaglia,i ceri, le luci parlano, sono qualcosa di più che semplici oggetti. L’altare è prima di tutto la mensa del Signore, punto di unità e fonte di grazia, perché l’altare è Cristo; per questo esso è oggetto di tanti segni di venerazione, come l’inchino, il bacio, l’incensazione, l’omaggio floreale, che hanno il compito di valorizzare e dare significato alla celebrazione.
I fiori nelle chiese sono stati sempre presenti e sono un supporto per la preghiera e la contemplazione, per la loro bellezza, per la gioia che portano. Il senso religioso ha spinto tutti i popoli nelle loro feste a cogliere dei fiori per manifestare i sentimenti che non  sanno  esprimere  a  parole.  Nel linguaggio  della  Bibbia il fiore, per la sua delicatezza, è anche simbolo dell’incostanza e della caducità di noi creature.
Il fiore è reciso, dunque sacrificato, e sull’altare va posto solo ciò che si consuma, come i ceri che bruciano. L’armonia di una equilibrata composizione dispone l’animo dei presenti. La liturgia, dunque, ha bisogno anche del linguaggio dei fiori perché aiutano ad entrare nello scorrere dell’ anno liturgico e nella diversità delle feste; è proprio con questo obiettivo che nella nostra chiesa ogni settimana curiamo con molta attenzione e amore la simbologia dei fiori nella liturgia.
La composizione floreale dello spazio sacro è un arte che esige misura, discrezione,  creatività  e  disciplina: è un arte che deve parlare al cuore degli uomini, perché “questo mondo nel quale noi viviamo, ha bisogno di bellezza per non cadere nella disperazione” (Paolo VI).
L.C. e   M.T.

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